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Promessi Sposi
 
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Il Mondo dei Piccoli ha la sua importanza nel capolavoro manzoniano, infatti in una decina di capitoli incontriamo bimbi, fanciulletti, ragazzete, ora gioiose e vispi come vuole la loro età spensierata, ora tristi e col viso solcato dal dolore o languenti d'inedia nel perioso della guerra, della carestia, della peste. Chi non si sente commuovere fino alle lacrime leggendo l'episodio di Cecilia, la morticina di nove anni, ma tutta bene acconciata dalle mani della madre, come per una festa? Eche dire degli infanti del lazzaretto, allattati dalle capre o dalle balie? Fanciulli sani e vispi sono i figli del sarto, stupiti di aver visto in chiesa piangere tutti come bambini. Ragazzi sono per tutto il romanzo: accorrono tra i piedi del cardinal Federico per vederlo, toccarlo, sentirne le carezze; fuggono carichi di roba al sopraggiungere dei lanzichenecchi; cadono vittime delle grandi sciagure; piangono e strillano nel lazzaretto; partecipano alla processione guidata da padre Felice. E come nelle prime pagine echeggiano gli evviva di Bettina e più tardi conosciamo Menico, così il romanzo si chiude tra i vagiti, i sorrisi, le gioia dei figli degli sposi, i quali dopo tante peripezie sono allietati da bimbi dell'uno e dell'altro sesso e tutti ben inclinati.
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