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Promessi Sposi
 
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La Folla rappresenta nel romanzo l'umanità di sempre. Nel sommarsi di tanti esseri, di figure d'ogni sesso, dd'ogni età, d'ogni ceto, le volontà personali quasi si annullano; la suggestione reciproca in tanta varietà di coscienze muove le masse e le agita nalla luce del bene, nelle tenebre del male, o nel grigiore che si stende uniforme sui margini del bene e del male. La folla nella sua ignoranza è crudela, quindi pronta a scambiare un sospetto con una certezza, e ripetere come cosa sicura cioò che fu detto come dubbio, a far diventare realtà una semplice ipotesi. Il Manzoni psicologo profondo della folla, ci rappresenta il dramma dell'ignoranza e dell'egoismo collettivi, delle passioni e della irrazionalità della massa, che ubbidisce impulsivamente ad una voce, ad un ordine qualsiasi, come elettrizzata da un fluido magnetico, che è la suggestione. La folla in tumulto si muove ed opera precipitosamente, con disordine, nulla la può fermare e nella sua corsa pazza eccede e trascende, anzi il più delle volte inconscia va contro i fini, per i quali si è sollevata. La massa, dominata dagli istinti, nei tumulti viene suggestionata ed agitata dai più audaci, dai facinorosi, i quali hanno buon gioco a soffiare nelle passioni che l'hanno accesa e spinta alla ribellione. I prudenti, coloro che sanno resistere all'istinto e seguono la ragione, o tacciono o vengono travolti dai primi e schiacciati. Nella folla, quale ci è rappresentata nelle pagine del romanzo, il Manzoni ha sempre un senso misurato della realà, né si lascia sorprendere dagli impulsi della massa e dalle varie passioni che l'agitano; la sua penetrazione nella vita e nelle manifestazioni più eterogenee degli istinti, è guidata da una saggezza sempre eguale ed equilibrata; con infallibile prontezza riesce a cogliere i pensieri che vengono spontanei, le uscite più naturali e più bizzarre del popolo in tumulto.