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La decisione dell’Innominato
L‘Innominato aveva ordinato ad un bravo di capire il motivo per cui tutta la gente del paese era in festa. Al suo ritorno il bravo informa al signore che tutta quella allegria era dovuta all’arrivo del cardinale Federigo Borromeo. L’Innominato si chiede perché la gente è così felice per l’arrivo di quest’uomo e fra lo stupore e la rabbia decide di andare a parlare con il prelato per sentirsi dire qualche parola di conforto. Si veste in fretta e prima di andare a valle passa dalla stanza di Lucia. Appena vede la ragazza rannicchiata a terra, rimprovera la serva e le ordina che al risveglio della giovane deve esaudire ogni suo desiderio. Lasciato il castello, senza la sua scorta di bravi, si dirige verso la valle e arrivato al paese viene scrutato con meraviglia dalla gente. Saputo da un passante che il cardinale è a casa del curato, vi si dirige e, lasciata la carabina in cortile, entra in una stanza piena di preti. Dopo aver chiesto ad uno di quelli dove si trovasse il cardinale, si fa avanti il cappellano crocifero, il quale appena sentì la richiesta dell’Innominato abbassò gli occhi e si diresse nella stanza dove vi era il cardinale.
Vita di Federigo Borromeo
Manzoni qui interrompe il racconto per raccontare la vita del cardinale Federigo Borromeo. Nato nel 1564, era cresciuto nella scuola del cugino san Carlo, dove imparò a seguire gli insegnamenti del Vangelo. All’età di sedici anni ricevette l’abito monacale direttamente dal cugino e poco dopo entrò nel collegio di Pavia. Nel 1595, per ordine espresso dal papa divenne arcivescovo di Milano e succedette al cugino. Generoso con i poveri, umile e amante del sapere, fondò la Biblioteca Ambrosiana , per la quale fa acquistare libri e manoscritti da tutta Europa e dal Vicino Oriente. Tutta la vita di Federigo è impegnata in opere di carità a favore dei poveri. Borromeo, inoltre, è umile con tutti ed è severo solo con i preti avari e negligenti. Infine il Manzoni cita gli scritti del cardinale e ironicamente si rifiuta di spiegare per quale motivo nessuna di essa sia rimasta famosa. Così il narratore crede opportuno di riprendere il “filo della storia”.

Sequenza Tempo Luogo Personaggi Argomento
338 narrativa stessa data stesso luogo gli stessi il bravo, informatosi, riferisce all'innominato che è giunto in visita il cardinale Borromeo
339 narrativa stessa data stesso luogo l'innominato l'innominato decide di incontrare il cardinale; si veste e si arma di tutto punto
340 narrativa stessa data stanza dove è prigioniera Lucia l'innominato, la vecchia serva, Lucia l'innominato entra nella stanza, vede Lucia addormentata in un angolo, rimprovera la vecchia, poi le raccomanda di confortare Lucia
341 narrativa mattina dello stesso giorno strada tra il castello e il paese dove è giunto il cardinale l'innominato, bravi, passanti l'innominato scende da solo, suscitando lo stupore dei bravi e dei passanti che incontra
342 narrativa stessa data cortiletto della canonica del paese dove è in visita il cardinale l'innominato, diversi preti l'innominato deposita la carabina
343 narrativa stessa data salottino della canonica l'innominato, diversi preti l'innominato chiede a un prete di poter essere ricevuto dal cardinale; il prete chiama il cappellano del cardinale
344 narrativa stessa data stanza dov'è il cardinale il cardinale Borromeo, il cappellano il cappellano riferisce al cardinale la richiesta dell'innominato
345 narrativa descrittiva dal 1564 al 1580 Milano Federigo Borromeo, la sua famiglia descrizione dell'ambiente in cui cresce Federigo: ricco, ma umile e religioso
346 narrativa descrittiva dal 1580 al 1595 Milano e Pavia Federigo Borromeo Federigo decide di farsi prete, riceve l'ordinazione dal cugino Carlo, studia a Pavia manifestando impegni di carità e povertà
347 narrativa descrittiva dal 1595 in poi Milano e diocesi Federigo Borromeo Federigo accetta per comando dal papa l'arcivescovado di Milano; conferma le doti di carità e povertà; si impegna in opere di cultura fondando la biblioteca ambrosiana e scrivendo numerosi libri

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