La guerra di successione
Il capitolo si apre con un excursus sulla guerra di successione dei territori del duca Vincenzo Gonzaga, Mantova e Monferrato. Il successore legittimo di Vincenzo Gonzaga fu Carlo Gonzaga di Nevers, sostenuto da Richelieu, dai Veneziani e dal papa. La monarchia spagnola, però, era contraria a questa successione. Infatti, essa favoriva il principe di Guastalla, Ferrante Gonzaga, nei territori di Mantova e il duca di Savoia, Carlo Emanuele I, nel Monferrato. Il governatore del ducato di Milano, don Gonzalo di Cordova, dopo aver concluso con il duca di Savoia la divisione del territorio conteso, decise di attaccare Casale. Intanto l’imperatore aveva ordinato a Carlo Gonzaga di Nevers di consegnarli i suoi territori. Quest’ultimo pensando di essere appoggiato dal papa, dai Veneziani e da Richelieu rifiuta, ma nessuno dei suoi sostenitori intervenne al suo fianco. Di conseguenza don Gonzalo e il duca di Savoia continuarono ad attaccare il Casale, trovando delle grandi difficoltà. In tale contesto, don Gonzalo venne a conoscenza dei tumulti di Milano e vi rientrò immediatamente.
Fuga di Renzo
Giunto a Milano, il governatore spagnolo seppe della fuga di Lorenzo Tramaglino nel territorio veneziano e fece convocare l’ambasciatore di Venezia, lamentandosi con lui per il caso di Renzo. Ma poi, avendo pensieri più gravi non ci pensò più. Intanto il povero Renzo, ignaro di tutto, se ne stava nascosto, disperandosi perché non poteva dare sue notizia a Lucia e Agnese. Così pensò di cercare uno scrivano fidato e dopo averlo trovato gli fece scrivere una lettera, che mandò a padre Cristoforo. La lettera arriva al monastero di Pescarenico, ma viene persa in quanto il frate è stato fatto allontanare. Dopo qualche giorno, non avendo nessuna risposta, Renzo manda una lettera direttamente ad Agnese, tramite un suo parente o amico di Lecco. Ricevuta la lettera, Agnese la fa leggere a un suo cugino di Maggianico e inizia così il carteggio fra Renzo e la donna.
Corrispondenza fra analfabeti
Per far comprendere come andarono le cose, il Manzoni introduce un excursus sulla corrispondenza tra analfabeti di quelperiodo. Quando un contadino analfabeta doveva far recapitare una lettera, si rivolgeva a un uomo di fiducia per farla scrivere. Lo scrivano, molte volte, fraintendeva l’argomento e aggiungeva pensieri e considerazioni proprie. Quando il messaggio giungeva al destinatario, a sua volta analfabeta, si ripete il processo alla rovescia: il destinatario capisce in un modo, l’interprete in un altro. La situazione si complica nel caso in cui i due corrispondenti devono comunicare argomenti segreti. Questo è il caso di Renzo e Agnese, infatti il giovane da notizie approssimate sul suo conto e chiede notizie su Lucia, della cui avventura ha avuto notizie preoccupanti.
Renzo riceve gli scudi
Ma quando un giorno il giovane riceve un plico, da parte di Agnese, con cinquanta scudi e una lettera con delle allusioni al voto di Lucia, va su tutte le furie, prendendosela quasi con il lettore interprete. Renzo a questo messaggio ribatte dicendo che quel denaro lo terrà conservato fino al giorno delle sue nozze, che non si metterà il cuore in pace e che Lucia sarà sua a tutti i costi.
Lucia pensa sempre a Renzo
Intanto la ragazza si trova a casa di donna Prassede e quando, grazie ad Agnese, venne a sapere che Renzo stava bene, provò sollievo e cercò, poi, di dimenticarlo. Ma la figura del giovane le si insinuava sempre nella mente e per scacciare quel pensiero si adoperava a compiere altre faccende. Inoltre donna Prassede, vedendo di tanto in tanto Lucia pensierosa, crede che stia pensando al suo amato e cerca in tutti modi di denigrarlo. La povera ragazza ribatte difendendo il giovane, ma la donna non si lascia impietosire. Per fortuna donna Prassede, oltre a Lucia, ha altri a cui far del bene. Infatti doveva occuparsi di tre figlie monache e di due sposate e quindi faceva delle continue guerre con tre monasteri e due famiglie. L’unico luogo dove poteva comandare liberamente era casa sua, dove tutti le erano soggetti, ad eccezione del marito.
Don Ferrante e la sua biblioteca
Infatti, don Ferrante non si lasciava comandare da sua moglie, trascorreva intere giornate nella sua biblioteca composta da trecento volumi che mettono in risalto la sua cultura conservatrice. È un amante dell’astrologia, della filosofia antica, moderna e naturale, della storia, della politica e soprattutto della scienza cavalleresca.
Fino all’autunno 1629
Pensando che il lettore si sia stancato dell’elenco riguardante le passioni di don Ferrante, il Manzoni ricorda che fino all’autunno 1629 la situazione dei personaggi non cambia. Lucia e Agnese avevano pensato di incontrarsi nella villa di donna Prassede ma degli avvenimenti pubblici mandarono a monte tali proggetti.
Sequenza |
Tempo |
Luogo |
Personaggi |
Argomento |
424 |
descrittiva |
dal 1627 |
|
|
excursus sulla guerra di successione del ducato di Mantova |
425 |
narrativa |
stesso periodo della 423 |
Casale |
don Gonzalo di Cordova |
don Gonsalo dimentica completamente renzo |
426 |
narrativa |
periodo successivo alla 420 |
nuovo paese di Renzo |
Renzo |
Renzo si strugge per non poter avere né dare notizie |
427 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
Renzo, uno scrivano |
Renzo trova uno scrivano fidato e gli fa scrivere una lettera per Agnese, indirizzandola a padre Cristoforo |
428 |
narrativa |
poco tempo dopo |
convento di Pescarenico |
frati |
la lettera di Renzo arriva al convento, ma viene persa |
429 |
narrativa |
poco tempo dopo |
nuovo paese di Renzo |
Renzo, lo scrivano |
Renzo a scrivere una seconda lettera e la spedisce a un amico di Lecco |
430 |
narrativa |
poco tempo dopo |
casa di Agnese |
Agnese, l'amico di Renzo |
l'amico di Renzo consegna la lettera ad Agnese |
431 |
narrativa |
stessa data |
Maggianico, casa di Alessio, cugino di Agnese |
Agnese, il cugino Alessio |
Agnese va dal cugino Alessio, si fa leggere la lettera di Renzo, si fa scrivere la risposta |
432 |
narrativa |
periodo successivo |
tra il paese di Renzo e quello di Agnese |
Renzo, Agnese, i rispettivi scrivani |
continua la difficile corrispondenza tra Renzo e Agnese |
433 |
descrittiva |
|
|
|
modalità della corrispondenza tra analfabeti nel Seicento |
434 |
descrittiva |
|
|
|
aspetti confusi della corrispondenza tra Renzo e Agnese |
435 |
narrativa |
qualche tempo dopo |
nuovo paese di Renzo |
Renzo lo scrivano |
Renzo riceve da Agnese una lettera contenente cinquanta scudi e se la fa leggere dallo scrivano; la lettera fa oscure allusioni al voto di Lucia e invita a mettersi il cuore in pace; Renzo fa scrivere una risposta in cui dichiara che non metterà mai il cuore in pace |
436 |
narrativa |
periodo successivo |
tra il paese di Agnese e quello di Renzo |
Renzo, Agnese, i rispettivi scrivani |
continua la corrispondenza tra i due |
437 |
narrativa |
stesso periodo |
casa di donna Prassede a Milano |
Lucia |
Lucia, informata dalla madre che Renzo sta bene, cerca inutilmente di dimenticarlo |
438 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
Lucia, donna Prassede |
donna Prassede cerca di convincere Lucia a dimenticare renzo, che essa considera un poco di buono |
439 |
descrittiva |
|
|
donna Prassede |
impegni di donna Prassede per governare le famiglie delle due figlie sposate e i conventi delle tre figlie monache |
440 |
descrittiva |
|
|
don Ferrante |
cultura e interessi di don Ferrante |