Le ragioni di don Abbondio
Don Abbondio sta in silenzio davanti il cardinale, il quale continua a fargli domande sul matrimonio mancato. Borromeo, provando vergogna, è convinto che il curato abbia mentito ai due mancati sposi e lo esorta a dire la verità e a difendersi. Allora don Abbondio confessa tutto e chiede all’arcivescovo cosa avrebbe dovuto fare in una situazione simile. Il cardinale ribatte dicendo che doveva sposare i due giovani e lasciare tutto nelle mani della Provvidenza. A queste parole il curato ricorda i “pareri di Perpetua” e riflette sulla strana sintonia tra la sua serva e il suo superiore. Intanto Borromeo continua a rimproverare don Abbondio, il quale risponde a queste accuse dicendo che quelle facce le aveva viste lui, ma subito si pente delle parole dette. A questo punto il cardinale insiste sulla necessità del riconoscimento delle proprie colpe e don Abbondio si lascia andare ad una ripicca meschina. Infatti, svela all’arcivescovo il tentato matrimonio per sorpresa dei due mancati sposi. Il cardinale, il quale era a conoscenza dei fatti, rimprovera ulteriormente il curato per la sua azione meschina e gli ricorda ancora una volta la legge suprema dell’amore a cui dovrebbe attenersi. Allora don Abbondio torna a tacere, iniziando a sentire dispiacere per gli altri, avrebbe pianto, ma non lo fece a causa del pensiero di don Rodrigo. Il cardinale conclude il suo discorso con rammarico per il rimprovero fatto al curato e con un’esortazione evangelica della carità cristiana. Sugli altri colloqui tra Borromeo e don Abbondio il Manzoni sorvola, preferendo continuare a raccontare la storia di Lucia.
Lucia va da donna Prassede
La mattina successiva arriva donna Prassede per prendere Lucia e portarla nella sua villa. Lucia e la madre si salutano per la seconda volta, ma a differenza della prima stavolta i saluti sono meno dolorosi, in quanto Agnese può andare a trovare la figlia fin quando la famiglia della donna si trasferisce a Milano.
I cento scudi dell’Innominato
Anche il cardinale sta per partire, quando arriva il curato della parrocchia dove vive l’Innominato, portando cento scudi d’oro, da parte del signore, da dare ad Agnese come dote per Lucia. L’arcivescovo convoca subito la donna e al suo arrivo le da subito il sacchetto con il denaro. Allora Agnese corre a casa sua a nascondere il dono e inizia a pensare a tutti gli usi che ne potrebbero fare. L’indomani si reca a casa della figlia e rimaste sole informa Lucia del dono.
Lucia rivela il voto alla madre
La ragazza ha una reazione sconcertata, infatti dice ad Agnese che quel denaro non le serve e che potrebbe essere utile a lei e ad altri. Lucia vedendo la madre insospettita le getta le braccia al collo e le confessa il suo voto. La madre sentendo il racconto della figlia rimane sconvolta e costernata, ma si addolcisce pensando a tutte le ingiustizie che ha subito e appoggia quella sua decisione. Allora Lucia le raccomanda di avvisare Renzo e di dargli la metà del dono fatto dall’Innominato. Agnese accetta senza esitazione i suggerimenti della faglia e tra abbracci e pianti le due donne si separano.
Non si hanno notizie di Renzo
Passa molto tempo prima che Agnese abbia notizie su Renzo. Il cardinale Borromeo tornato a Milano si occupò del caso del ragazzo. Ma venne a sapere solo che si era fermato per un breve periodo da un suo parente nel bergamasco, poi non si ebbero più sue notizie. C’è chi pensa che si sia arruolato nel Levante, e chi crede che sia scappato in Germania. Anche il governatore spagnolo di Milano, don Gonzalo Fernandez di Cordova, è stato informato della fuga di Renzo in territorio di Venezia. Per ribellarsi contro l’accoglienza di un delinquente nella città, convoca l’ambasciatore di Venezia a Milano, il quale si assume di fare indagini su quel caso.
Stratagemmi di Bortolo
Intanto Bortolo viene a conoscenza dei fatti e fa allontanare il cugino, facendolo trasferire sotto falso nome, Antonio Rivolta, in una filanda di un paesino vicino. Alle domande dei curiosi il cugino di Renzo risponde con quelle bugie che giungeranno alle orecchie di Agnese e Borromeo.
Sequenza |
Tempo |
Luogo |
Personaggi |
Argomento |
406 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
gli stessi |
continua il colloquio |
407 |
narrativa |
giorni successivi |
stesso luogo |
gli stessi |
altri colloqui tra il cardinale e don Abbondio sui problemi della parrocchia |
408 |
narrativa |
stessi giorni |
territorio di Lecco |
il cardinale Borromeo, gli abitanti |
interventi caritativi del cardinale |
409 |
narrativa |
la mattina di uno degli stessi giorni |
paese di Lucia |
donna Prassede, il cardinale, Lucia, Agnese |
donna Prassede rende omaggio al cardinale; prende con sé Lucia per portarla alla propria villa; conedo di Lucia da Agnese |
410 |
narrativa |
stessa data |
casa di don Abbondio |
il cardinale, il curato del paese dell'innominato |
il curato consegna al cardinale cento scudi d'oro da parte dell'innominato per la dote di Lucia e comunica la disponibilità del signore ad aiutarla |
411 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
il cardinale, Agnese |
il cardinale, convocata Agnese, le consegna il denaro |
412 |
narrativa |
stessa data |
casa di Agnese |
Agnese |
Agnese contempla le monete e fantastica sul loro impiego |
413 |
narrativa |
mattina successiva |
villa di donna Prassede |
Agnese, Lucia |
Agnese va dalla figlia e la informa del dono dell'innominato; Lucia trova il coraggio di parlare del voto; le chiede di informarsi di Renzo e di inviargli metà della somma; congedo in attesa di rivedersi l'anno successivo |
414 |
narrativa |
un lungo periodo di tempo successivo |
casa di Agnese |
Agnese |
Agnese cerca inutilmente di avere notizie di Renzo |
415 |
narrativa |
stesso periodo |
arcivescovado di Milano |
il cardinale Borromeo |
il cardinale, rientrato a Milano, cerca informazioni su Renzo; gli comunicano che è fuggito nel Levante o in Germania |
416 |
narrativa |
stesso periodo |
casa di Agnese |
Agnese |
anche Agnese viene informata che Renzo è fuggito nel Levante o in Germania |
417 |
narrativa |
stesso periodo |
Milano |
don Gonzalo di Cordova, l'ambasciatore di Venezia a Milano |
don Gonzalo convoca l'ambasciatore di Venezia e protesta per l'accoglienza riservata a Lorenzo Tramaglino; l'ambasciatore promette indagini |
418 |
descrittiva |
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attegiamento favorevole riservato dalle autorità veneziane agli operai milanesi |
419 |
narrativa |
stesso periodo |
paese di Bortolo |
Bortolo, un emissario del governo veneziano |
l'emissario avvisa Bortolo dei pericoli corsi da Renzo |
420 |
narrativa |
stessa data |
paese vicino a quello di Bortolo |
Bortolo, Renzo, padrone di un filatoio |
Bortolo informa Renzo, lo porta al filatoio di un paese vicino, lo presenta come Antonio Rivolta e lo fa assumere |
421 |
narrativa |
periodo successivo |
paese di Bortolo |
Bortolo, curiosi |
Bortolo, a chi gli chiede di Renzo, risponde che è scappato e inventa varie storie |
422 |
narrativa |
stesso periodo |
stesso luogo |
Bortolo, un emissario del cardinale |
all'emissario, che non indica il nome di chi l'ha inviato, Bortolo racconta insieme tutte le storie inventate |
423 |
narrativa |
stesso periodo |
Milano e Casale |
Don Gonzalo |
don Consalo ha altro da pensare che Renzo |