Presente nel capitolo: 28, 31
Ambrogio Spinola, valoroso condottiero, è tuttavia un pessimo governatore; viene ben bene rosolato dal Manzoni per la sua indifferenza ed incuria in occasione della peste. Il suo comportamento equivoco è posto in evidenza dalla sua firma, un girigogolo chiaro come le sue promesse. Tanto don Conzalo che lo Spinola, tutt'e due presi dalle cure della malaugurata guerra, non si preoccupano della pubblica salute e dell'incolumità del popolo, minacciato dalla fame e dalla peste. Ed anche dello Spinola il Manzoni dice con una certa compiacenza, che morì poco dopo di struggimento per i torti ricevuti proprio da quelli, a cui per lungo tempo aveva servito.