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Il ritorno a casa di don Rodrigo
Una notte di fine agosto don Rodrigo torna con il Griso nella sua casa a Milano, dopo una notte passata con degli amici per dimenticare il dramma della peste. Il signorotto quella sera aveva fatto divertire tutti facendo un elogio funebre al conte Attilio, morto due giorni prima a causa della peste. Durante il ritorno a casa don Rodrigo non sta molto bene e attribuisce questo malessere al vino che aveva bevuto. Arrivato nel suo palazzo si fa accompagnare dal Griso nella sua stanza. Il signorotto vedendo il suo fedele bravo preoccupato lo rassicura dicendogli di stare bene, ma le sue parole non nascondono l’ansia che lo rode. Appena si mette a letto prova un caldo insopportabile, cerca di convincersi che è colpa del vino e del mese di agosto, ma nella sua mente si è insinuata l’idea della peste.
Don Rodrigo ha un incubo
Finalmente si addormenta, di un sonno tormentoso, in cui gli sembra di trovarsi in una chiesa circondato da una folla, composta da persone con visi gialli e deformati, che lo opprimeva impedendogli di uscire. All’improvviso sente il pomo della spada premergli tra il cuore e l’ascella. Tutto affannato provò a uscire dalla folla, quando vide che tutti si giravano verso il pulpito della chiesa. Qui notò un oggetto che sale e si trasforma in un cranio , in un volto dalla lunga barba bianca, nel busto di fra Cristoforo, il quale assume la stessa posizione minacciosa di quando si è presentato al suo palazzotto. Don Rodrigo cerca di fermalo afferrandolo per un braccio, ma si sveglia urlando e si accorge che era stato solo un sogno. Con il brutto sogno tutto era sparito, tranne il dolore sotto l’ascella sinistra.
Don Rodrigo scopre di avere la peste
Quando guarda sotto l’ascella nota un “sozzo bubbone d’un livido paonazzo”. Spaventato dall’idea di finire in un lazzaretto, chiama subito il Griso e con tono di preghiera gli chiede di andare a chiamare il Chiodo. Quest’ultimo era un medico, il quale, se ben pagato, curava gli appestati senza denunciarli alle autorità.
Tradimento e morte del Griso
Il fedele bravo esegue subito gli ordini del suo padrone, ma invece di andare a chiamare il medico torna da don Rodrigo con due monatti. Il signorotto, imprecando contro il bravo, cerca di afferrare la pistola dietro il capezzale, ma viene fermato dai due monatti che lo portano via. Intanto il Griso scassina lo scrigno e prende tutto il bottino, poi controlla i vestiti del suo padrone per vedere se ci fosse denaro, senza pensare al pericolo, spinto dall’avidità, e lascia la stanza. Il giorno successivo cade malato in una bettola e muore mentre i monatti lo stanno portando al lazzaretto.
Renzo torna da Bortolo
La narrazione si sposta su Renzo, il quale è ancora nascosto nel bergamasco sotto il falso nome di Antonio Rivolta. Vive in questa condizione per cinque sei mesi, ma dopo che fu dichiarata la rivalità tra Venezia e la Spagna tornò dal cugino Bortolo. Il giovane, a causa della lettera di Agnese, medita di voler diventare soldato e tornare a Milano, il cugino riesce a dissuaderlo. Alcune volta pensa di tornare al paese travestito, ma anche stavolta Bortolo lo convince a non farlo.
Renzo ha la peste e guarisce
Appena la peste arriva nel bergamasco, Renzo si ammala, ma guarisce grazie alla sua corporatura forte. Quando si riprese del tutto, si accese in lui la voglia di rivedere Lucia e di farle cambiare idea sul voto da lei fatto.
Renzo torna al paese
Così, comunica al cugino di voler tornare al suo paese trovando la sua approvazione. Tre giorni dopo che don Rodrigo fu portato al lazzaretto, Renzo parte per Lecco. Durante il suo cammino è assalito da un senso di angoscia dovuto al paesaggio inquietante. Appena giunge al suo paese viene assalito dai ricordi e si dirige subito verso la sua casa. Qui scorge un uomo seduto sui gradini. Inizialmente rivede in questo Gervaso, lo scimunito, ma avvicinandosi scopre che si tratta di Tonio. Quest’ultimo ha il viso stravolto dalla pesta e mentre Renzo cerca di parlargli ripete con un sorriso stupido la frase “A chi la tocca, la tocca”.
Incontro con don Abbondio
Poi, intravede una figura nera che avanza e riconosce don Abbondio, smagrito a causa della peste. I due si fermano a parlare: Renzo chiede notizie su Agnese, Lucia e padre Cristoforo. Il curato gli risponde che Lucia si trova a Milano, Agnese è da alcuni parenti in Valsassina e padre Cristoforo è stato fatto allontanare. Poi, don Abbondio insiste sulla sciocchezza compiuta da Renzo nel rientrare in paese quando il pericolo dell’arresto pende ancora sul suo capo e gli chiede di andarsene. Il ragazzo lo rassicura dicendogli che si fermerà da un suo amico e poi andrà via. Successivamente il curato informa Renzo su chi è morto di peste al paese e nomina anche Perpetua. Il giovane turbato gli chiede di non dire a nessuno di averlo visto e si congeda.
La vigna e la casa di Renzo
Proseguendo il suo cammino giunge nella sua vigna. Qui, dove un tempo regnava l’ordine, vi era un ammasso di piante selvatiche. Subito dopo si spostò sull’uscio di casa sua, qui regnavano topi, ragnatele e sudiciume. Così il giovane con le mani ai capelli si allontanò e si diresse verso casa del suo amico.
Incontro con l’amico
Arrivato viene accolto dalle suppliche dell’amico di essere lasciato in pace. Ma quando quest’ultimo lo riconosce, lo saluta festosamente e scusandosi gli spiega di averlo scambiato per il becchino che lo assilla per essere aiutato nella sepoltura. L’amico invita Renzo ad entrare, i due si raccontando le loro vicende. Renzo apprende nuove notizie su don Rodrigo e Lucia. Inoltre scopre il cognome di colui che ospita la sua amata, don Ferrante, e viene a sapere che il podestà è morto insieme alla maggior parte degli sbirri. Alla’alba entrambi sono svegli. Renzo lascia all’amico il suo fagotto, ma porta con se il “coltellaccio”, dichiarando che tornerà solo se avrà trovato Lucia.
Renzo parte per Milano
Così, si incammina verso Milano. Passando per Monza comprò due pani, che il fornaio gli porse con delle molle per evitare il contagio. Verso sera giunse a Greco e per evitare di rivelare la sua identità trascorse la notte in un fienile. All’alba si rimise in cammino tenendo come punto d’orientamento il duomo, e così sbucò sotto le mura della città, nei pressi di Porta Nuova.

Sequenza Tempo Luogo Personaggi Argomento
545 narrativa fine agosto 1630, notte strade di Milano don Rodrigo, il Griso don Rodrigo torna a casa, con il Griso, dopo una serata passata a gozzovigliare con amici; si sente male
546 narrativa stessa data casa di don Rodrigo a Milano gli stessi don Rodrigo cerca di rassicurare il Griso, che se ne sta in disparte; poi si mette a letto
547 narrativa stessa data stesso luogo don Rodrigo incubo di don Rodrigo che si crede schiacciato da una folla in chiesa e poi vede emergere dal pulpito l'immagine minacciosa di padre Cristoforo
548 narrativa la mattina successiva stesso luogo don Rodrigo al risveglio don Rodrigo sta male e scopre un bubbone sotto l'ascella
549 narrativa stessa data stesso luogo don Rodrigo, il Griso don Rodrigo chiama il Griso e lo prega di far venire il Chiodo chirurgo
550 narrativa stessa data stesso luogo don Rodrigo don Rodrigo attende ansiosamente il ritorno del Griso
551 narrativa stessa data stesso luogo don Rodrigo, il Griso, alcuni monatti nella camera di don Rodrigo entrano alcuni monatti che lo portano via nonostante la sua resistenza; il Griso scassina lo scrigno
552 narrativa il giorno successivo una bettola di Milano il Griso, monatti il Griso si sente male ed è portato via dai monatti; muore nel viaggio
553 narrativa cinque o sei mesi sucessivi alla 420 nuovo paese di Renzo Renzo Renzo resta a lavorare nel nuovo paese col nome di Antonio Rivolta
554 narrativa al termine del periodo precedente paese di Bortolo Renzo, Bortolo Bortolo riporta Renzo al proprio paese
555 narrativa periodo successivo stesso luogo Renzo, Bortolo Renzo resta a lavorare con Bortolo, ma progetta di arruolarsi o travestirsi e tornare al paese; Bortolo lo dissuade
556 narrativa primavera - estate del 1630 stesso luogo Renzo Renzo prende la peste, ma guarisce; decide di andare a cercare Lucia
557 narrativa stessa data stesso luogo Renzo, Bortolo Renzo comunica a Bortolo la sua decisionee ne ottiene l'approvazione
558 narrativa stessa data stesso luogo Renzo per qualche giorno si esercita per riacquistare le forze
559 narrativa fine di agosto (tre giorni dopo la 551) stesso luogo Renzo Renzo parte con il fagotto delle sue cose dirigendosi verso Lecco, in cerca di Agnese
560 narrativa descrittiva stessa data tra il paese di Bortolo e il paese di Renzo Renzo, qualche abitante Renzo cammina incontrando pochi abitanti e incrociando qualche funerale
561 narrativa stessa data, verso mezzogiorno boschetto lungo la strada Renzo Renzo si ferma a mangiare quello che ha portato e la frutta abbandonata sugli alberi
562 narrativa stessa data, sera paese di Renzo Renzo Renzo giunge al suo paese, prende per un viottolo esterno dove si trova la sua casa
563 narrativa stessa data stesso luogo Renzo, Tonio Renzo incontra Tonio seduto in terra e fuori di senno a causa della peste
564 narrativa stessa data stesso luogo Renzo, don Abbondio Renzo incontra don Abbondio, smagrito dalla peste; dialogo tra i due; il curato gli raccomanda di andarsene e gli elenca i morti del paese, tra cui Perpetua; don Abbondio si allontana
565 narrativa descrittiva stessa data stesso luogo Renzo Renzo si ferma a guardare la sua vigna distrutta e invasa dalle erbacce
566 narrativa stessa data stesso luogo Renzo, un amico Renzo giunge dall'amico, che prima lo scambia per il becchino, poi lo riconosce; saluti affettuosi
567 narrativa stessa data casa dell'amico Renzo, l'amico l'amico prepara da mangiare; i due cenano insieme; intanto parlano delle proprie esperienze; l'amico gli comunica il cognome di don Ferrante
568 narrativa giorno successivo casa dell'amico Renzo, l'amico Renzo comunica all'amico di voler cercare Lucia a Milano e si congeda
569 narrativa stessa data, mattina strada dal paese di Renzo a Milano Renzo viaggio tranquillo di Renzo
570 narrativa stessa data, verso mezzogiorno boschetto lungo la strada Renzo Renzo si ferma a mangiare
571 narrativa stessa data, pomeriggio Monza Renzo, un fornaio Renzo si ferma a comprare due pani
572 narrativa stessa data, sera e notte Greco Renzo Renzo si ferma a dormire su un mucchio di fieno in una cascina abbandonata
573 narrativa mattino successivo da Greco a Milano Renzo Renzo riprende il cammino verso Milano prendendo come orientamento il duomo e giunge tra porta orientale e porta nuova

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