Renzo a Milano per la seconda volta
Questo capitolo narra la seconda avventura di Renzo a Milano. Il giovane giunge alle mura della città, avvertito che vi sono leggi severissime che impediscono di far entrare coloro i quali non possiedono la tessera sanitaria. Ma Renzo sa benissimo che con un po’ di abilità è possibile l’ingresso. Quindi, non vedendo intorno persona viva decide di recarsi verso Porta Nuova. Arriva nel momento in cui i monatti stanno portando via il capo dei gabellieri, perché colpito dalla peste. Passa in fretta il cancello rimasto aperto e alla guardia che tenta di fermarlo lancia mezzo ducato , ottenendo l’autorizzazione a proseguire; quando si sente gridare dietro da una seconda guardia, allunga il passo senza ulteriori problemi.
Renzo viene scambiato per un untore
Dopo aver fatto parecchia strada, incontra un cittadino e avvicinandosi cerca di ricavare delle informazioni sull’indirizzo di don Ferrante. L’uomo vedendo Renzo che gli si avvicina con il cappello in mano, lo scambia per un untore e gli punta contro un nodoso bastone con la punta di ferro urlando di allontanarsi subito. Il giovane capendo l’equivoco si allontana, pensando che a Milano c’è un influsso maligno contro di lui. Giunto al ponte sul Naviglio , svolta nella strada di san Marco, dove l’unica creatura umana che incontra è un cadavere in un fosso.
Una donna chiede aiuto a Renzo
Improvvisamente si sente chiamare da una voce femminile, voltatosi vede su di un terrazzino una donna circondata dai suoi figli. Quest’ultima gli spiega che, dopo la morte del marito, era stata dimenticata chiusa in casa senza viveri e gli chiede di avvisare un commissario della sua situazione. Renzo, commosso, le porge i due pani che aveva comprato a Monza, le promette di avvertire qualcuno e le chiede se sappia dove abita don Ferrante, senza ottenere peraltro l’informazione. Prosegue, quindi, il suo cammino e giunge nella piazza di san Marco. Qui sente rumori di carri, campanelli, urla e vede una delle numerose macchine della tortura erette a Milano per punire chiunque paresse meritare quell’infame trattamento.
Carri di morti
Poi, dietro degli apparitori nota un convoglio di carri guidati da monatti e stracolmi di gente morente e seminuda. Il giovane prega per quelle povere anime e viene assalito dal terrore pensando che tra quei corpi potrebbe esserci quello della sua amata Lucia. Proseguendo nella direzione opposta, a quella del convoglio, arriva a Borgo Nuovo, dove trova un prete senza abito telare che sta confessando un uomo. Appena termina la confessione Renzo gli si avvicina, mantenendo le distanze, e gli chiede dove si trova la casa di don Ferrante. Finalmente il giovane ottiene l’indirizzo e l’itinerario per raggiungerla. Dopo aver ringraziato il prete, lo informa della donna chiusa in casa con i figli e ricevendo l’assicurazione che verrà avvisato chi di dovere si allontana. Mentre si dirige verso la casa che ospita Lucia, il suo batticuore aumenta e con esso anche la paura, in quanto tra poco saprà cosa gli riserva il destino.
Fetore e immondizia
Si fa coraggio e prosegue verso il “carrobbio” di Porta Nuova, che i cittadini avevano abbandonato per paura del contagio. Più avanti entra nella “città dei viventi”, ma intorno a lui regna la desolazione, il sudiciume. Le porte e le finestre delle case sono sbarrate, i sopravissuti rimangono chiusi nelle loro abitazioni. Su tanta desolazione, tre volte al giorno si sentono le campane del duomo che invitano i cittadini a pregare. I sopravvissuti giravano per le strade con vesti succinte, per evitare il contatto con cose infette o per agevolare l’opera degli untori, e con barbe lunghe e capelli arruffati, per paura dei barbieri. Tutti erano provvisti di pasticche odorose, spugne inzuppate d’aceto, boccette contenenti mercurio, rimedi ritenuti efficaci contro il contagio. Camminando in mezzo a questi orrori, Renzo vede dietro una cantonata quattro carri, sui quali dei monatti stavano caricando dei cadaveri. Ad un tratto mentre allungava il passo fu attratto da una scena pietosa.
La madre di Cecilia
Renzo vede uscire da una casa una donna, non più giovane, ma bella, con il viso segnato dal dolore. La donna porta in braccio una bambina morta, di circa nove anni, vestita di bianco e con i capelli ben fatti. Al monatto che le si avvicina, con un insolito rispetto, gli raccomanda di non toccare la bambina, infatti, dopo averlo pagato, ripone lei stessa il corpicino della figlia sul carro. Infine, raccomanda all’uomo di non togliere nulla alla bambina e ottenuto l’impegno di quest’ultimo dà l’addio alla figlia, promettendole che la raggiungerà la sera stessa. Poi, rientra in casa, si affaccia con un’altra bambina dal terrazzo, contempla il funerale di Cecilia e si ritira per morire con lei “come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l’erbe del prato”. Renzo commosso prega Dio perché chiami a sé la donna e la bambina.
Ammalati condotti al lazzaretto
Procedendo il suo cammino, il giovane si imbatte in un’altra scena angosciante: una folla di malati condotti al lazzaretto, tra urla, lamenti e pianti. Anche in questo caso Renzo teme di trovare Lucia, ma non la scorge. Così chiede ad un commissario dove si trovasse la casa di don Ferrante e vi andò con un’aria più forte. Arrivato, esitò prima di bussare alla porta e appena si prese di coraggio alzò il martello e picchiò sulla porta. Si affacciò una signora che alle sue domande rispose che Lucia era finita al lazzaretto senza dargli ulteriori informazioni.
Renzo preso ancora per untore
La donna si ritira e Renzo picchia nuovamente il martello sulla porta senza ottenere risposta. Improvvisamente nota dietro di lui una vecchia che lo guarda con aria sospetta e che inizia a urlare “Dagli untore!”. Allora intorno al giovane si raduna una folla infuriata che lo minaccia. Renzo cerca di scappare facendosi strada dando pugni, ma non avendo alcuna via di uscita esce il suo coltello e minaccia la folla. Stranamente quest’ultima si ferma, non per il gesto del giovane ma per l’arrivo di alcuni carri guidati da monatti. Renzo trovandosi tra due fuochi, salta su di un carro e tra gli applausi dei monatti e gli insulti della gente riesce a scappare. Qui possiamo notare il triste comportamento dei monatti. Essi invece di essere tristi per le circostanze, ridono, bevono e cantano delle canzoni seduti su dei cadaveri.
Renzo al lazzaretto
Renzo ringraziando un monatto, salta giù dal carro intravedendo Porta Orientale. Uscito dalla città, si ritrova davanti il lazzaretto, dove è tutto un brulichio di appestati. Infatti il giovane, guardandosi intorno, nota chi racconta le sue immaginazioni, chi dà nelle smanie, chi ride, chi canta: ed uno, frenetico più degli altri, galoppa a corsa folle su un cavallo trovato incustodito. Renzo stordito entra all’interno dell’edificio, dove trova delle miserie peggiori di quelle viste.
Sequenza |
Tempo |
Luogo |
Personaggi |
Argomento |
574 |
narrativa |
stessa data |
esterno delle mura di Milano |
Renzo |
Renzo riflette su come entrare a Milano, contando sulle difficoltà dei controlli; non vede nessuno intorno |
575 |
descrittiva |
stessa data |
stesso luogo |
|
aria pesante, vielo velato, campagna arida |
576 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
Renzo |
Renzo si muove lungo le mura verso porta nuova; ode un tintinnio |
577 |
narrativa |
stessa data |
porta nuova |
Renzo, monatti, gabellieri |
Renzo arriva a porta nuova mentre i monatti portano via il capo dei gabellieri; entra lanciando una moneta al gabelliere di guardia; scappa quando si sente chiamare |
578 |
narrativa |
stessa data |
strada lungo il Naviglio |
Renzo |
Renzo prosegue verso la croce di sant'Eusebio |
579 |
narrativa |
stessa data |
stradone di santa Teresa |
Renzo, un cittadino |
Renzo chiede a un cittadino l'indirizzo di don Ferrante, ma quello, scambiandolo per un untore, lo tiene a distanza e poi scappa |
580 |
narrativa |
stessa data |
ponte e strada di san Marco |
Renzo, una vedova bloccata in casa |
Renzo prosegue; da una casa una vedova dimenticata gli chiede di avvisare un commissario; Renzo dà la sua parola e le dona i due pani comprati a Monza; la donna non conosce l'indirizzo di don Ferrante |
581 |
narrativa |
stessa data |
piazza di san Marco |
Renzo, un apparitore, monatti coi carri dei morti |
Renzo proseguendo vede una macchina di tortura e una fila di carri carichi di morti |
582 |
narrativa |
stessa data |
Borgo Nuovo |
Renzo, un prete senza abito talare |
Renzo scorge un prete che sta confessando una persona in una casa; da lui viene a sapere l'indirizzo di don Ferrante; gli riferisce della vedova chiusa in casa |
583 |
narrativa descrittiva |
stessa data |
carrobbio di porta nuova |
Renzo |
Renzo attraversa il carrobbio deserto, colpito del fetore dei cadaveri e delle immondizie |
584 |
narrativa |
stessa data |
Milano |
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sconvolgimento fisico e morale della città appestata |
585 |
narrativa |
stessa data |
una strada imprecisata |
Renzo, abitanti, monatti |
Renzo assiste allo sgombero delle case dei cadaveri |
586 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
Renzo, ka madre di una bambina morta, monatti |
Renzo vede una madre che deposita il corpo della figlia (Cecilia) sul carro e chiede ai monatti di rispettarla e di tornare a prendere lei quella sera; poi rientra in casa e osserva il funerale da una finesta con un'altra bambina in braccio; Renzo chiede pietà a Dio |
587 |
narrativa |
stessa data |
un crocicchio della strada |
Renzo, malati |
renzo assiste al passaggio di una moltitudine di malati condotti al lazzaretto |
588 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
Renzo, un monatto, un commissario |
Renzo chiede dov'è la strada di don Ferrante; il monatto gli risponde malamente; il commissario gliela indica |
589 |
narrativa |
stessa data |
davanti alla casa di don Ferrante |
Renzo, una donna della casa |
Renzo bussa; una donna si affaccia e lo informa che Lucia è al lazzaretto, poi scompare |
590 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
Renzo, un'altra donna |
Renzo continua a bussare; poi si accorge che una donna alle sue spalle fa strani segni e urla che è un untore |
591 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
gli stessi, la folla |
Renzo si trova circondato da una folla minacciosa |
592 |
narrativa |
stessa data |
strade vicine |
Renzo, la folla |
Renzo inseguito scappa; poi cerca di tenere a vada la folla estraendo il coltello |
593 |
narrativa |
stessa data |
stesso luogo |
gli stessi, monatti su carri carichi di cadaveri |
la folla si ferma al passaggio dei carri; Renzo balza su uno, accolto con entusiasmo dai monatti; uno di essi allontana la folla minacciando il lancio di un cencio impestato |
594 |
narrativa |
stessa data |
dalla strada di don Ferrante al corso di porta orientale |
Renzo, i monatti |
i carri proseguono il viaggio; Renzo ringrazia i monatti; questi lo elogiano come untore, bevono e cantano una canzonaccia |
595 |
narrativa |
stessa data |
corso di porta orientale |
Renzo, i monatti, un commissario |
un commissario ferma il convoglio; Renzo scende dal carro ringraziando |
596 |
narrativa |
stessa data |
corso di porta orientale |
Renzo |
Renzo percorre il corso ed esce da porta orientale |
597 |
narrativa |
stessa data |
esterno di porta orientale davanti al lazzaretto |
Renzo, malati |
Renzo si trova di fronte il lazzaretto; intorno vede malati in varie attitudini; avanza e scorge un frenetico sopra un cavallo al galoppo |